Totò, Peppino e la... malafemmina

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Caro, carissimo Totò, caro Principe De Curtis di Bisanzio.
Una delle domande che mi pongo talvolta è quale sia stata la migliore spalla di Totò: Nino Taranto? Peppino De Filippo? O Aldo Fabrizi (I tartassati, Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi, Guadrie e ladri).
Escludo la sua spalla ufficiale, Mario Castellani, che sicuramente è stato efficacissimo in teatro ma meno nei film (a parte la scena dell'Onorevole Trombetta in Totò a colori).
Dai tre titoli sopra citati fra parentesi si direbbe che i risultati migliori Totò li abbia raggiunti con Fabrizi.
Però ci sono anche La banda degli onesti, Totò e le donne e questo Totò, Peppino e la... malafemmina che potrebbero smentire la prima ipotesi.
Spiace rilevare come i film più sbagliati (per non dire i più brutti) di Totò siano quelli diretti da grandi registi come Pasolini (Uccellacci e uccellini) e Monicelli (Risate di gioia, che, a dispetto del titolo, è uno dei film più tristi mai girati).
Ad ogni buon conto, Totò, Peppino e la... malafemmina si può vedere e rivedere e trovarlo sempre divertente e rilassante.
Ero indeciso se mettere la scena dell'arrivo a Milano "nòio vulevòn savuàr") o quella della lettera. Ho scelto la seconda.